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Arrival (film)

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Arrival

Immagine Arrival 2016 Film.png.
Titolo originale

Arrival

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2016
Genere fantascienza, drammatico
Regia Denis Villeneuve
Sceneggiatura Eric Heisserer
Produttore Shawn Levy
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
  • Vincitore di un premio Oscar (2017):
  • Miglior montaggio sonoro

Arrival, film statunitense del 2016 con Amy Adams e Jeremy Renner, regia di Denis Villeneuve.

La memoria è una cosa strana, non funziona come credevo. Siamo così limitati dal tempo, dal suo ordine. Ricordo alcuni momenti in mezzo. E questa è stata la fine. Ma ora non so più se credo che esista un inizio e una fine. Ci sono giorni che determinano la tua storia al di là della tua vita, come il giorno in cui arrivarono. (Louise Banks)

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Se questo è una specie di primo contatto pacifico, perché mandarne 12? Perché non solo uno? (Giornalista)
  • Ecco alcune delle molte cose che non sappiamo degli Eptapodi: dal greco Epta "Sette" e Podi "Piedi". Sette Piedi, Eptapodi. Chi sono? Il tentativo di rispondere in un modo sensato è impedito dal fatto che, a parte la possibilità di vederli e ascoltarli, gli Eptapodi non lasciano alcun tipo di impronta. La composizione chimica della loro astronave è sconosciuta, il Guscio non emette scorie nè gas nè radiazioni. Ammettendo che i Gusci comunichino fra loro, lo fanno in modo non individuabile. L'aria fra un Guscio e l'altro non è disturbata da emissioni sonore od onde luminose. Sono scienziati o turisti? Se sono scienziati non sembra che facciano molte domande. Perché sono atterrati proprio lì? Neanche i più blasonati esperti riescono a venirne a capo. La teoria più plausibile è che abbiano scelto luoghi sulla Terra con la più bassa incidenza di fulmini, ma ci sono delle eccezioni. Un'altra teoria plausibile è che in ciascuno di quei posti i Pink Floyd abbiano avuto una hit nel 1980, insomma, non si sa. Come comunicano? Qui Louise ci sta facendo vergognare. La prima svolta è stata scoprire che non c'è correlazione tra quello che un Eptapodo dice e quello che un Eptapodo scrive. A differenza di tutte le lingue umane scritte, la loro scrittura è semasiografica. Veicola un significato, non rappresenta un suono. Forse per loro la nostra forma di scrittura è un'occasione sprecata perché tralascia un secondo canale di comunicazione, dobbiamo ringraziare gli amici in Pakistan per lo studio su come scrivono gli Eptapodi. A differenza del linguaggio, un logogramma è svincolato dal tempo. Come la loro astronave e i loro corpi, la loro lingua scritta non ha una direzione in avanti o indietro. I linguisti la chiamano Ortografia Non Lineare, il che solleva il quesito: è così che pensano? Immaginate di voler scrivere una frase usando due mani a partire da entrambi i lati, dovreste già sapere ogni parola che vorreste usare, oltre a quanto spazio andrebbe ad occupare. Un Eptapodo sa scrivere una frase complessa in due secondi, senza sforzo, noi ci abbiamo messo un mese per una semplice risposta. Prossimo passo: ampliare il vocabolario. Secondo Louise potremo metterci un altro mese per essere pronti. (Ian Donnelly)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Uomo [da un registratore]: Perché siete qui? Riuscite... riuscite a capirci? [L'alieno risponde] Da dove venite? [L'alieno risponde]
    Colonnello Weber: Ha sentito?
    Louise Banks: ...
    Colonnello Weber: Cosa ne pensa?
    Louise Banks: Questi sono...?
    Colonnello Weber: Sì.
    Louise Banks: ...Ma quanti...?
    Colonnello Weber: Quanti cosa?
    Louise Banks: Quanti sono a parlare?
    Colonnello Weber: Due. E presumiamo che non abbiano parlato insieme.
    Louise Banks: Ne è sicuro? Avevano una bocca...?
    Colonnello Weber: Come lo affronterebbe se dovesse tradurlo? Sente parole? Frasi?
    Louise Banks: Io non... non lo so.
    Colonnello Weber: E cosa può dirmi?
    Louise Banks: Posso dirle che è impossibile tradurlo soltanto da un file audio, dovrei essere presente per interagire con loro.
    Colonnello Weber: Non ne ha avuto bisogno per le traduzioni dal Fārsī.
    Louise Banks: Non ne ho avuto bisogno perché conoscevo la lingua, ma questo è...
  • Ian Donnelly: "La lingua è il fondamento della civiltà e il collante che tiene insieme un popolo, è la prima arma che si sfodera in un conflitto".
    Colonnello Weber: Louise, le presento Ian Donnelly. Louise Banks, Ian Donnelly.
    Lousie Banks: Bell'inizio.
    Ian Donnelly: Sì, beh, l'ha scritto lei.
    Lousie Banks: Sì, ma sono le cose che si scrivono nella prefazione, devi stupirli con le basi.
    Ian Donnelly: Sì, è fantastico. Anche se è sbagliato.
    Louise Banks: È sbagliato?
    Ian Donnelly: Beh, il fondamento della civiltà non è il linguaggio, è la scienza.
    Colonnello Weber: Ian è un fisico teorico di Los Alamos. Lei riferirà a me, ma lavorerete insieme lì nel Guscio.
    Ian Donnelly: Lo chiamano così l'Ufo.
    Colonnello Weber: Priorità assoluta: cosa vogliono e da dove vengono.
    Ian Donnelly: E inoltre, come sono arrivati? Sono in grado di viaggiare più veloci della luce? Oh ho una sfilza di domande che possiamo rivedere. Magari li salutiamo dandogli una serie di frequenze binarie.
    Lousie Banks: Facciamo che ci parliamo prima di sbattergli in faccia dei problemi matematici?
    Ian Donnelly: ...
    Colonnello Weber: Per questo siete qui entrambi.
    Ian Donnelly: Io porto il caffè. Un caffè con gli alieni...
  • Uomo [in contatto con l'esercito dall'Australia]: È come se fossimo insetti su un foglio di carta e loro ci facessero uscire delicatamente, esattamente a 112 minuti e 19 secondi la gravità inizia a modificarsi e ti fa scivolare fuori la camera.
    David Halpern: Avete trovato una spiegazione scientifica a questo? Cioè, lo fanno per loro stessi?
    Uomo: Ma no, forse per noi. L'aria sembra non circolare all'interno della camera quindi, dopo circa 2 ore, esauriamo l'ossigeno.
    David Halpern: Non ci vogliono 18 ore per pompare ossigeno in una camera.
    Ian Donnelly: L'atmosfera.
    David Halpern: Prego?
    Ian Donnelly: Se la loro atmosfera è diversa dalla nostra magari ci vogliono ore per riequilibrare il contenuto di O2 per noi ogni volta che aprono.
    David Halpern: Sta dicendo che potrebbero soffocarci se volessero?
    Ian Donnelly: Sì.
  • Colonnello Weber: Non per togliere nulla al suo successo, ma dottoressa, è davvero il giusto approccio? Insegnargli a parlare e a leggere? Ci vorrà più tempo.
    Louise Banks: Si sbaglia, è più veloce.
  • Colonnello Weber: Vuole insegnare loro il suo nome e quello di Ian?
    Louise Banks: Sì, in modo da poter imparare i loro nomi, se hanno nomi, e poi in seguito introdurre i pronomi.
    Colonnello Weber: Sono parole da scuola elementare. Mangiare, camminare... mi aiuti a capire.
    Louise Banks: Okay ehm... [cancella alla lavagna delle formule matematiche]
    Ian Donnelly: Oh, no, no, no, no, no, sopra no.
    Louise Banks: "Qual è il vostro scopo sulla Terra". È dove volete arrivare, giusto?
    Colonnello Weber: È la domanda.
    Louise Banks: Okay, dunque [aggiunge il punto interrogativo], prima dobbiamo essere sicuri che capiscano che cos'è una domanda. Quindi la natura di una richiesta di informazioni insieme a una risposta, poi dobbiamo chiarire la differenza fra "vostro" riferito a loro due e "vostro" più in generale perché... noi non vogliamo sapere perché Mr. Alieno è qui, vogliamo sapere perché sono atterrati tutti e "scopo" richiede la comprensione di un'intenzione. Dobbiamo scoprire se fanno scelte consapevoli o se la loro motivazione è così istintiva che non capiscono affatto una domanda con un perché e il punto più importante è che dobbiamo avere un vocabolario sufficiente per poterne capire le risposte.
  • Ian Donnelly: Bello qui fuori, eh?
    Louise Banks: Sì, c'è una bella vista?
    Ian Donnelly: Via dalla confusione... sai, stavo giusto pensando a te. Tu affronti le lingue da matematica, lo sai già, vero?
    Louise Banks: Grazie, lo prendo come un complimento.
    Ian Donnelly: Sì, infatti lo è. Tu ci guidi destreggiandoti fra queste trappole della comunicazione di cui ero all'oscuro, ora capisco... per questo sono single. [sorride]
    Louise Banks: Credimi, si può comprendere la comunicazione e restare comunque single. [sorride]
    Ian Donnelly: Ahahahahah oh
    Louise Banks: Mi sembra che tutto quello che succeda lì dentro alla fine dipenda da noi due.
    Ian Donnelly: Già, ma è una bella cosa, no? Io e te. Hai visto con che buffoni lavoriamo? Fortuna che ci sei tu.
    Louise Banks: Ahahah
  • Ian Donnelly: Sai, stavo leggendo una cosa su questa idea che se ti immergi totalmente in una lingua straniera di fatto puoi riprogrammare il cervello.
    Louise Banks: Sì, è l'ipotesi di Sapir-Whorf, la teoria secondo cui... è la teoria secondo cui la lingua che parli determina il tuo modo di pensare e anche...
    Ian Donnelly: Sì, incide su come vedi tutto. Era... per curiosità, stai sognando nella loro lingua?
    Louise Banks: ...Forse ho fatto qualche sogno, ma non... non credo per questo di non essere idonea a svolgere questo compito. [vede un Eptapode davanti a sé]
  • Colonnello Weber: Un'ora fa la Cina ha mobilitato l'esercito e la Russia la seguirà per non essere da meno. Shang sta per combinare qualcosa.
    Louise Banks: Set, Onore, Onore... Set, Onore, Fiori. Colonnello, sono alcune tessere del Mah Jong. Dio, stanno... stanno usando un gioco per comunicare con gli Eptapodi.
    Colonnello Weber: ...Può essere. E allora?
    Louise Banks: Mettiamo che io abbia insegnato loro gli scacchi invece della nostra lingua. Ogni conversazione sarebbe una partita, ogni idea espressa attraverso opposizione, vittoria, sconfitta. Capisce il problema?
    Colonnello Weber: Hm hm.
    Louise Banks: Se io non ti do altro che un martello...
    Colonnello Weber: ...Vedrò solo chiodi. Dobbiamo fargli la domanda, pronti o no.
  • David Halpern: Teniamo per noi l'informazione finché non abbiamo capito e non la condividiamo con i nemici, dobbiamo contemplare l'idea che i Visitatori ci stiano istigando a combattere fra di noi finché non prevarrà una sola fazione.
    Louise Banks: Non ci sono prove di questo.
    David Halpern: Sì che ci sono, basta prendere un libro di storia. Gli inglesi in India, i tedeschi in Ruanda... gli hanno perfino dato un nome in Ungheria. Sì, siamo un mondo che non ha un unico leader, è impossibile trattare solo con uno di noi e con la parola "Arma" adesso...
  • Hannah Donnelly: Mamma.
    Louise Banks: Sì?
    Hannah: Perché mi chiamo Hannah?
    Louise Banks: In realtà il tuo nome è molto speciale, è un palindromo. Si legge allo stesso modo in avanti e indietro.

Louise Banks: Se potessi vedere la tua vita dall'inizio alla fine, cambieresti qualcosa?
Ian Donnelly: ...Esprimerei più spesso quello che sento, forse. Non lo so... Da che mi ricordo, ho passato la vita a testa in su a guardare le stelle, però la più grande sorpresa... non è stata incontrare loro... è stata incontrare te.

Citazioni su Arrival

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Citazioni in ordine temporale.

  • Il cielo di Arrival è sempre coperto, vicino, la luce è bassa e gli incarnati sono poco rassicuranti. Questo perché Arrival è un film di fantascienza esistenziale, che mantiene un tono teso e drammatico per tutta la sua durata ma lo fa con un senso di umanità coinvolgente; tiene lo sguardo, anche nel contesto militare del campo base, sempre su Louise e sui suoi sentimenti, più che sulla geopolitica e sulle scelte di strategia.
  • Arrival è un film originale sia in assoluto sia all'interno del genere a cui appartiene. Come film di fantascienza e di alieni lo è perché immagina l'altro con un punto di vista empatico: alieni ed esseri umani non si fronteggiano come bestie o nemici, ma comunicano come persone. [...] Anche nella produzione si tratta di un film particolare, a cavallo tra Hollywood e indipendenti. Lo stile e la personalità dello sguardo sono quelli di un autore che lavora per una casa di produzione indipendente, ma i budget e le star sono da grande produzione. Ma al di là di tutto, rispetto a qualsiasi altro film di missioni spaziali e alieni, Arrival coinvolge per ragioni soprattutto umane, e lo fa con classe. È un bel film che gode della dote principale del suo regista: la capacità di avere uno sguardo molto riconoscibile sulle cose, uno stile e un punto di vista personali, ma rimanendo sempre al servizio del film e senza mettersi mai in mezzo tra spettatore e personaggi.
  • È cupo senza essere un thriller e serio senza essere militaresco.

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