Achillea distans
Millefoglio maggiore | |
---|---|
Achillea distans subsp. tanacetifolia | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
Sottotribù | Matricariinae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
Sottotribù | Achilleinae |
Genere | Achillea |
Specie | A. distans |
Nomenclatura binomiale | |
Achillea distans Waldst. & Kit. ex Willd., 1803 | |
Nomi comuni | |
Millefoglio maggiore |
Il Millefoglio maggiore (nome scientifico Achillea distans Waldst. & Kit. ex Willd., 1803) è una piccola pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae simile alle “margherite”.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]La tradizione (trasmessa a noi da Plinio) vuole che Achille curò alcune ferite dei suoi compagni d'arme, nell'assedio di Troia, con tale pianta; da qui il nome del genere (Achillea). Sembra che sia stato Chirone (suo maestro) ad informarlo delle capacità cicatrizzanti della pianta.[1] L'epiteto specifico (distans) (= distante, ben separato) potrebbe essere collegato alle dimensioni maggiori di questa “achillea”.[2]
Il binomio scientifico attualmente accettato (Achillea distans) è stato proposto dal botanico, farmacista e micologo tedesco Carl Ludwig Willdenow (1765 – 1812) e perfezionato da Franz Adam von Waldstein (1759 -1823), botanico e scienziato austriaco, e da Kitaibel Pál (1757-1817), botanico e chimico ungherese, nella pubblicazione Species Plantarum (edizione quarta) del 1803.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]I “Millefoglio maggiore” sono piante alte da 4 a 10 dm. La forma biologica viene definita come emicriotifita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; sono inoltre dotate di un asse fiorale eretto e con poche foglie. Tutta la pianta è sparsamente pelosa.
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e ascendente.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie sono a contorno lanceolato (molte volte più lunghe che larghe). La lamina è del tipo pennatosetta con segmenti dentati o divisi a sua volta in lobi (ma non fino alla metà della foglia). Quelle cauline hanno la rachide larga 2 – 4 mm. Dimensione delle foglie basali: larghezza 3 – 6 cm; lunghezza 15 – 35 cm. Dimensione delle foglie cauline mediane: larghezza 2 cm; lunghezza 10 cm.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]Le infiorescenze sono dei piccoli capolini terminali peduncolati e raccolti in corimbi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma più o meno cilindrica composto da più squame (o brattee) pubescenti con margine scarioso[4] e nero che fanno da protezione al ricettacolo piatto a pagliette trasparenti[1] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (da 4 a 5) di colore bianco o roseo, disposti in un unico rango e quelli interni tubulosi di colore ocra chiaro-pallido. Dimensione dell'involucro: larghezza 3 mm; lunghezza 4,5 – 6 mm. Diametro dei capolini: 4 – 8 mm.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi (quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (quelli tubulosi) sono bisessuali.
- Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
- * K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[5]
- Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: i fiori periferici sono sub-rotondi a disposizione raggiante; iniziano alla base con una corolla tubulosa che termina poi con una ligula allargata con 2 – 3 denti ottusi. La ligula è più breve dell'involucro (sono lunghe metà di quest'ultimo). Quelli del disco centrale hanno delle corolle tubulari a 5 denti. Lunghezza delle ligule: 1 – 1,5 mm.
- Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
- Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma bifido giallo (sporgente dalla fioritura) con le estremità troncate[4] e linee stigmatiche disposte marginalmente[4]; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
- Fioritura: da luglio a settembre
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]I frutti sono degli acheni privi di pappo.[1] La forma è compressa quasi appiattita.[6]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita – Sud Europeo.
- Distribuzione: in Italia è una specie rara e si trova, in modo discontinuo, solamente sull'arco alpino. Sempre nelle Alpi, oltreconfine, è presente in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes, Isère e Savoia), in Austria (Länder dell'Austria Inferiore) e Slovenia. Sugli altri rilievi europei si trova nei Pirenei e Carpazi.[8]
- Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i prati aridi, i pendii sassosi e le boscaglie steppiche; ma anche i tagli forestali, come pure le strade e i margini erbacei dei boschi, muri, ripari sotto roccia, praterie rase subalpine, pinete, gineprai e querceti. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 500 fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte subalpino.
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[8]:
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
- Classe: Trifolio-Geranietea sanguinei
- Ordine: Origanetalia vulgaris
- Classe: Trifolio-Geranietea sanguinei
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza della Achillea distans (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). Il genere di appartenenza (Achillea) è composto da circa un centinaio di specie, delle quali due dozzine circa fanno parte della flora spontanea italiana.
Il numero cromosomico di A. distans è: 2n = 56 (esaploide)[3][11]
Variabilità
[modifica | modifica wikitesto]È una specie abbastanza variabile (dato anche l'alto numero cromosomico). In Italia sono presenti due sottospecie:[7]
- Achillea distans subsp. distans - presente soprattutto nelle Alpi
- Achillea distans subsp. tanacetifolia Janch. (1942) - presente nel Trentino-Alto Adige e Toscana.
Altra sottospecie non presente in Italia:[3]
- Achillea distans subsp. styriaca Saukel & Langer
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Achillea ambigua Pollini (1816)
- Achillea dentifera DC.
- Achillea magna All. (1785)
- Achillea platyptera Arvet-Touvet (1872)
- Achillea serrata Arvet-Touvet (1871)
- Achillea subtanacetifolia Tzvelev (1994)
- Achillea tanacetifolia All., non Mill.
- Achillea tanacetifolia subsp. distans
- Achillea tanacetifolia All., non Mill. subsp. lanata (Spreng.) Velen.
- Achillea tanacetifolia All., non Mill. subsp. tanacetifolia
- Achillea tanacetifolia All., non Mill. subsp. tanacetifolia var. tanacetifolia
Ibridi
[modifica | modifica wikitesto]Con la specie Achillea millefolium la pianta di questa voce forma il seguente ibrido interspecifico:[12]
- Achillea × maxima Heuffel
Altre notizie
[modifica | modifica wikitesto]Il Millefoglio maggiore in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Grosse Schafgarbe
- (FR) Achillée distante
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Motta 1960, Vol. 1 – pag. 25.
- ^ (EN) Factsheet - Achillea millefolium, su keyserver.lucidcentral.org. URL consultato il 24 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2014).
- ^ a b c Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 24 aprile 2011.
- ^ a b c Judd 2007, pag. 522.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 7.
- ^ a b Conti et al. 2005, pag. 45.
- ^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 488.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 83.
- ^ Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 13 maggio 2014.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. pp.171-189. URL consultato il 25 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
- Christoph Oberprieler, Sven Himmelreich & Robert Vogt, A new subtribal classification of the tribe Anthemideae (Compositae) (PDF) [collegamento interrotto], in Willdenowia 37 – 200, pp. pp.102-103.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, p. 24.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 83, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2 anno=2004, Bologna, Zanichelli, p. 488.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 45, ISBN 88-7621-458-5.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Achillea distans
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Achillea distans Flora delle Alpi Marittime Database
- Achillea distans Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
- Achillea distans Tropicos Database