Orsodimondo's Reviews > Lo squalificato

Lo squalificato by Osamu Dazai
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bookshelves: giappone

IL SOLE SI SPEGNE


Le numerose versioni manga del romanzo.

Yozo, l’io-narrante, li definisce taccuini, ma forse diari rende meglio l’idea: divisi in parti che corrispondono a tre età della vita – grosso modo, infanzia, giovinezza, maturità- sono il racconto dei fatti della sua esistenza accanto a pensieri e riflessioni, sensazioni sentimenti emozioni.

Tutto passa. Questa è la sola e l’unica cosa che a parer mio s’avvicini alla verità, nella società degli esseri umani, dove ho dimorato sin oggi come in un inferno rovente. Ho compiuto ventisette anni. I miei capelli sono ancora più grigi. Molta gente direbbe che ho passato la quarantina.



Yozo non è adatto a questo mondo. E viceversa: il mondo non gli si confà.
Se non altro, questo mondo: niente esclude che nel multiverso ci sia il posto giusto per lui. Anche se la sua sembrerebbe proprio una difficoltà a esistere, a esserci. E, quindi, a prescindere da quale galassia e universo, Yozo non è felice, soffre, non si sente all’altezza, non si sente amato – anche se nel modo rigido della genitorialità di quell’epoca, lo era, amato intendo – e con epoca dobbiamo pensare al Giappone post bellico, dilaniato, devastato, bel oltre una semplice sconfitta, che è il periodo in cui il breve romanzo fu scritto (ma è invece ambientato prima del conflitto bellico) – non sa fare amicizia, sente di doversi camuffare, indossare una maschera – magari quella da capodanno che sua padre aveva tanto piacere a regalargli di ritorno da un viaggio di lavoro a Tokyo.



C’è qualcosa di quello che si usa definire decadentismo nel comportamento di Yozo e nel suo modo d’agire e reagire: uno spiccato senso estetico, spinto fin al punto da diventare castrante – attrazione e necessità di frequentare alcol, stupefacenti, localacci, posti sordidi, percepiti più veri di quelli familiari, e quindi più belli; difficoltà – leggi impossibilità – a fare amicizia. Compensata da una propensione verso il gentil sesso, a livello mentale percepito e considerato con profonda misoginia – che fa il paio con la sua generale misantropia – a livello emotivo e fisico invece percepito come l’isola del naufrago. Aggiungerei un generale senso di superiorità rispetto al resto dell’umana società, che maschera un generale senso di inferiorità.
Ma Yozo mi pare troppo impegnato a sopravvivere, a mascherarsi, a compiangersi per avvicinarlo al modello esistenzialista.



Per chi cerca il dato biografico dietro ogni pagina è un breve romanzo che sarà una festa: di analogie tra il vissuto di Yozo e quello del suo autore ce ne sono a iosa, cominciando dai tentativi di suicidio, anche in compagnia femminile (prima di quello definitivo, non ancora quarantenne, Dazai tentò di uccidersi cinque o sei volte, da solo e accompagnato).
Nonostante la prefazione che si adopera per sottolineare quanto Osamu Dazai sia legato alla cultura occidentale, forse più che a quella del suo paese, io ho ritrovato la mia annosa difficoltà con la letteratura di questa parte del mondo.
La traduzione è del 1962 e si sente, mostra tutto il tempo trascorso, varrebbe la pena svecchiarla, quello che credo abbia fatto la nuova edizione SE.

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December 7, 2022 – Shelved
December 7, 2022 – Shelved as: giappone
December 7, 2022 – Finished Reading

Comments Showing 1-2 of 2 (2 new)

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message 1: by Emilio (new)

Emilio Berra Interessante recensione, Orso. Ho trovato un forte substrato 'autobiografico' anche nell'unico libro dell'autore che ho letto, "Il sole si spegne", dicono il suo capolavoro ; in effetti l'ho trovato davvero molto bello.


Orsodimondo Emilio wrote: "Interessante recensione, Orso. Ho trovato un forte substrato 'autobiografico' anche nell'unico libro dell'autore che ho letto, "Il sole si spegne", dicono il suo capolavoro ; in effetti l'ho trovat..."

Quello è il primo e questo è il secondo, che per qualche critico è superiore. Io sono rimasto freddo.


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