GloriaGloom's Reviews > 31 canzoni

31 canzoni by Nick Hornby
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bookshelves: musica, inglesi-irlandesi

Alcuni giorni fa ho ricevuto un bellissimo regalo: un cuscino poggiatesta per la vasca da bagno. Oggetto che desideravo da tanto tempo. E’ la sua anima arrogante e inutile travestita da manufatto con finalità d’uso ad attirarmi. Esattamente come le canzoni . La prima volta che presi coscienza dell’esistenza di un simile oggetto fu in un cinema, secoli fa, incauto spettatore di Nightmare e l’unico ricordo che ho di quel film è una scena, assai secondaria, in cui una mamma raccomanda al figlio (o era una figlia?) di utilizzare nella vasca il poggiatesta per evitare di affogare (?!) al sopraggiungere di un eventuale colpo di sonno. In prima battuta pensai che diavolo di popolo è un popolo che affoga in una vasca da bagno , e soprattutto un popolo che progetta costruisce vende e consuma poggiatesta da vasca? Poi conclusi che in fondo è lo stesso popolo che è riuscito a rendere industria globale un oggetto assai più immateriale e bizzarro come la canzone.
Da felice possessore di poggiatesta ho ripreso in mano questo libello di Nick Hornby -libro da leggersi obbligatoriamente in vasca- scrittore poggiatesta per eccellenza , della cui produzione ho letto molto ma ricordo poco, come certi filmetti horror o talune canzonette, scrittore inutile e, a volte, piacevole appunto come un poggiatesta da vasca. Qui Hornby, una volta tanto, lascia da parte l’usurata formuletta del chik lit per maschietti e adotta una lingua rozza, discorsiva, quasi da bar, adattissima all’argomento trattato. Un elenco di 31 canzoni che spazia dal molto alto (Dylan, Patti Smith, Van Morrison) al molto basso (Nelly Furtado) senza soluzione di continuità. Ma non ha alcuna importanza. Le 31 canzoni possono essere tranquillamente sostituite da altre qualsiasi 31 capate a caso dal canzoniere universale per portare avanti il giochetto volutamente ingenuo innescato da Hornby. La tesi di fondo, esplicitamente non dichiarata, ma ovvia cordicella che infila tutte le 31 false perle, è il domandarsi (e rispondersi) come può un adulto trasferire un tot di passione (un bel po’ di tot) verso quei quattro minuti quattro di esile trama musicale, quell’innocente approssimazione di una rappresentazione estetica della realtà quale è la musica pop. E’ una domanda che insegue tutti noi, attempati e suggestionabili idioti che corrono dietro al nulla in musica.
Su una cosa io e H. siamo d’accordo: il corpo a corpo con la canzone è un corpo a corpo con il mistero, non è importante tirar giù il vestito musicale a certe creature fragili, si avrebbero solo brutte sorprese, gli ingredienti è buona regola lasciarli segreti, il disvelamento interrompe il gioco, meglio quindi bendarsi gli occhi e cercare a tentoni una qualunque di quelle 31 maniglie che aprono la porta di quel mondo parallelo. Siamo persone predisposte alla fede e all’abbaglio, alla fede nell’abbaglio.
Su molte altre siamo in netto disaccordo, ma non importa, in fondo mi sono sempre posto un paio di domande intorno agli inglesi: la prima è quale cortocircuito culturale sia l’origine dell’invenzione di una cosa come il porridge, la seconda è perché esiste Rod Stewart.A una delle due, Hornby mi ha risposto. E tanto basta
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Reading Progress

November 18, 2010 – Shelved as: inglesi-irlandesi
November 18, 2010 – Shelved as: musica
November 18, 2010 – Shelved
Started Reading
November 2, 2011 – Finished Reading

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