"La trilogia del ritorno" di Fred Uhlman è una raccolta di tre romanzi brevi che esplorano le complesse dinamiche sociali e politiche della Germania d"La trilogia del ritorno" di Fred Uhlman è una raccolta di tre romanzi brevi che esplorano le complesse dinamiche sociali e politiche della Germania del XX secolo attraverso le vicende di protagonisti e personaggi di varie estrazioni sociali.
Il primo romanzo, "L'amico ritrovato", è ambientato nella Germania prebellica e segue la profonda e improbabile amicizia tra Hans Schwarz, un ragazzo ebreo, e Konradin von Hohenfels, un aristocratico tedesco. La loro amicizia sfida le barriere sociali e culturali dell'epoca, ma alla fine è minacciata dall'ascesa del nazismo e dalle sue conseguenze devastanti. E' un romanzo breve che offre un ritratto molto commovente dell'innocenza perduta e dell'orrore dell'intolleranza.
La seconda storia, "Un'anima non vile", è invece ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e segue il viaggio di Hans Schwarz negli Stati Uniti, dove cerca rifugio dall'orrore del nazismo. Tuttavia, il suo passato torna a tormentarlo quando incontra un ex compagno di scuola che si è arruolato nelle SS. Questo romanzo esplora in maniera molto forte il tema del perdono e della redenzione in un contesto di conflitto e di perdita.
Infine, il terzo racconto, "Niente resurrezioni, per favore", segue la vita di un ex soldato tedesco dopo la guerra, mentre cerca di ricostruire la sua vita in un mondo completamente devastato dal conflitto. Il protagonista riflette sulle sue esperienze durante la guerra e cerca di trovare con grande difficoltà un senso di normalità e di speranza in un'epoca segnata dalla tragedia e dalla distruzione.
La prosa di Uhlman è elegante e coinvolgente, e la sua capacità di creare personaggi e situazioni realistiche e complesse rende questa trilogia un'opera straordinariamente potente e significativa. Attraverso le vicende dei suoi protagonisti, Uhlman ci offre uno sguardo intimo e commovente sulla natura umana e sulla capacità di speranza e redenzione anche nei momenti più bui della storia. Personalmente, ho trovato "La trilogia del ritorno" di Fred Uhlman una lettura toccante e significativa, anche se il terzo romanzo non è stato all'altezza degli altri due. La capacità dell’autore di esplorare temi universali come l'amicizia, la redenzione e la resilienza in un contesto storico così tumultuoso e tragico è straordinaria, e offre al lettore molto materiale per la riflessione e la contemplazione. Consigliato....more
"Tonio Kroger", romanzo fortemente autobiografico pubblicato nel 1913 dal tedesco Thomas Mann, è un viaggio nella poesia e nell'arte, nella forza dell"Tonio Kroger", romanzo fortemente autobiografico pubblicato nel 1913 dal tedesco Thomas Mann, è un viaggio nella poesia e nell'arte, nella forza dello spirito e delle parole. Questo breve racconto, che si legge tutto d'un fiato, traccia un percorso di crescita, non solo umana, ma anche culturale, di un adolescente dell'alta borghesia in una città della provincia tedesca.
La storia inizia con i primi anni di vita di Tonio: nato in una famiglia benestante, il giovane ragazzo ha come genitori un padre rigido, freddo, scrupoloso e severo, e una madre a cui invece tutto è indifferente. Lui, così ligio al dovere e alle regole, così "baltico", come lo definisce lo stesso Mann; lei invece focosa, fuori dagli schemi ed esotica, proprio come il non ben precisato luogo da cui proveniva. Lo stesso nome di Tonio sta ad indicare una strada a metà tra nord e sud, tra ragione e sentimento. Da adolescente Tonio si lascia travolgere dalla felicità effimera ed illusoria di un primo amore e di una prima grande amicizia, salvo poi rendersi conto crescendo che "con il tormento e l'orgoglio della conoscenza, arriva la solitudine." Lasciandosi le prime delusioni alle spalle, si lancia alla ricerca dei piaceri della carne, ma anche questi non faranno altro che rafforzare la sua convinzione di quanto sia "diverso" da chi lo circonda.
Ho trovato particolarmente bello il monologo di Tonio con l'amica Lisaweta Iwanowna, incentrato sul vero valore dell'arte, sull'isolamento inevitabile dell'artista, e sulla propria necessità di far parte del mondo, con la sorprendente accusa da lei rivoltagli di essere semplicemente un borghese capriccioso che ha smarrito la propria strada. Tonio acquisisce la consapevolezza di essere diverso dagli altri, e di essere condannato ad osservare il mondo dal di fuori se vuole essere un artista, ma al contempo ama la semplicità e la spensieratezza di chi è pienamente soddisfatto del mondo in cui vive.
La storia di Kroger è in fondo il pretesto usato da Thomas Mann per avventurarsi nell'incolmabile solco che divide il borghese europeo del diciannovesimo secolo dall'uomo che, nello stesso momento storico, non riesce a non vivere di ricerca dell'arte e della bellezza. Al lettore resta quindi l'interrogativo che accompagna Tonio in età adulta: vale davvero la pena affrontare la vita dotati di un'intelligenza e di una sensibilità superiore, o al contrario è forse auspicabile vivere nell'inconsapevolezza, abituandosi ad un intelletto più limitato, e forse, per questo, più sereno?...more
Pensavo che questo romanzo avrebbe scalzato "I Buddenbrook" come mia opera preferita di Thomas Mann, ma nonostante la sua straordinarietà e la sua proPensavo che questo romanzo avrebbe scalzato "I Buddenbrook" come mia opera preferita di Thomas Mann, ma nonostante la sua straordinarietà e la sua prosa sublime, "La montagna incantata" mi ha coinvolto meno.
Questo romanzo è a mio avviso un capolavoro della letteratura del XX secolo, un'opera unica che esplora le profondità dell'animo umano e affronta temi universali come la vita, la malattia, la morte e la ricerca del significato dell'esistenza. Pubblicato nel 1924, "La montagna incantata" è una pietra miliare della letteratura tedesca e senza dubbi uno dei più importanti lavori della letteratura mondiale.
La storia si svolge principalmente all'interno di un sanatorio in montagna, a Davos, in Svizzera, dove il giovane e affascinante Hans Castorp si reca per una breve visita al cugino malato. Tuttavia, contro ogni previsione, ciò che doveva essere un breve soggiorno si trasforma in una permanenza decisamente prolungata, durante la quale Hans viene coinvolto in un mondo surreale e affascinante, popolato da una variegata gamma di personaggi. Curiosamente, il romanzo nasce dagli appunti che lo scrittore raccolse nel 1912 proprio durante il soggiorno della moglie nel sanatorio-albergo di lusso di Davos, lo stesso luogo in cui si svolge la storia di Hans Castorp, protagonista del romanzo. I dettagli raccontati da Thomas Mann sono effettivamente molto precisi, e non possono che venire da una persona che ha vissuto in prima persona un ambiente del genere. Tra i personaggi presentati nel romanzo, non posso non citare lo straordinario massone Settembrini, che rappresenta perfettamente gli ideali attivi e positivi dell'illuminismo, dell'umanesimo, della democrazia, della tolleranza e dei diritti umani. In più occasioni Settembrini trova Castorp letteralmente immerso nel buio, tanto che prima di iniziare le loro quasi quotidiane conversazioni ritiene necessario accendere la luce. Egli infatti si paragona alla figura mitologica di Prometeo, colui che ha portato nel mondo umano il dono del fuoco e quindi di conseguenza anche dell'illuminazione. Il suo mentore è Giosuè Carducci e i suoi principi etici sono quelli dei valori borghesi e del lavoro; Settembrini cerca di contrastare il fascino morboso che Castorp pare intrattenere con la morte e la malattia, mettendolo in guardia contro la "compagna di malattia" Madame Chauchat, cercando di dare prova di una visione positiva della vita. Con Settembrini il protagonista intrattiene delle conversazioni estremamente importanti e profonde, che in fondo sono tra le pagine più belle di tutto il romanzo. Devo però ammettere che proprio queste pagine, così come quelle in cui si discute animatamente con l'antagonista di Settembrini, Leo Naphta, membro della compagnia di Gesù, divenuto hegeliano-marxista ma nato ebreo, sono anche le pagine più complesse e difficili da seguire. Non è assolutamente un romanzo da leggere con leggerezza, anzi, è un romanzo che richiede grande e costante attenzione. I giri pindarici fatti dai personaggi sono a volte così rapidi da non sembrare logici, o tendono a digressioni così importanti che a tratti si fa fatica a stare dietro alla narrazione.
Un personaggio che fa invece innamorare il protagonista è Claudia Chauchat, una bellissima donna che rappresenta la tentazione data dall'erotismo, dalla lussuria e dall'amore, il tutto in una forma degenerata e ampiamente morbosa. Lei è proprio uno dei motivi principali per il soggiorno prolungato di Castorp sulla montagna magica, ed è un altro personaggio che ho particolarmente apprezzato grazie alle bellissime descrizioni di Mann.
"La montagna incantata" è un romanzo fortemente psicologico e filosofico. Mann esplora con maestria i pensieri e i sentimenti dei suoi personaggi, analizzando le loro motivazioni, le loro paure e le loro speranze con una precisione quasi chirurgica. Hans Castorp stesso è un protagonista complesso, che si trova costantemente a confrontarsi con le grandi domande della vita mentre osserva l'esperienza nel sanatorio scorrere intorno a lui.
Ma "La montagna incantata" è anche un romanzo ricco di simbolismo e allegoria. Il sanatorio diventa una metafora della società europea del tempo, con i suoi conflitti sociali, politici e culturali che si riflettono nei rapporti tra i personaggi. La malattia diventa un simbolo della condizione umana, con i pazienti del sanatorio che rappresentano le diverse sfaccettature dell'esperienza di vita, malattia e morte.
Dal punto di vista stilistico, Thomas Mann brilla per la sua prosa ricca e complessa, con lunghe (anzi, lunghissime!) digressioni filosofiche e analisi dettagliate dei personaggi e delle loro esperienze. La sua scrittura è densa di significati e allusioni, invitando il lettore a riflettere su una vasta gamma di temi e argomenti. E' un romanzo che mi sento di consigliare solo a lettori pazienti che hanno già affrontato altre opere di questo scrittore....more
Un capolavoro assoluto della letteratura tedesca e mondiale che offre una profonda esplorazione della decadenza di una famiglia borghese di Lubecca, iUn capolavoro assoluto della letteratura tedesca e mondiale che offre una profonda esplorazione della decadenza di una famiglia borghese di Lubecca, i Buddenbrook, attraverso diverse generazioni tra '800 e '900. Thomas Mann crea uno straordinario affresco dettagliato della società del XIX secolo, esaminando i cambiamenti sociali e culturali che influenzano la vita dei personaggi principali.
I personaggi sono ritratti in modo magistrale, ognuno con le proprie sfumature psicologiche. La loro evoluzione nel corso della storia riflette la complessità delle relazioni familiari e dei legami sociali. Il protagonista, Thomas Buddenbrook, incarna il conflitto tra tradizione e modernità, mentre altri personaggi aggiungono strati di significato alla narrazione, rendendo la storia coinvolgente e ricca di sfumature. Lo stile narrativo di Mann è ricco di dettagli e dotato di una profonda introspezione psicologica. La sua scrittura accurata crea un'atmosfera densa e suggestiva, immergendo il lettore nelle vicende della famiglia. La maestria nell'intrecciare la trama con elementi simbolici e allegorici aggiunge ulteriore profondità al romanzo.
Tra i temi trattati spiccano in particolare la decadenza della borghesia, la lotta tra conservatorismo e progresso, e la natura effimera della vita umana. Questo romanzo invita il lettore a riflettere sulla caducità delle cose e sull'ineluttabilità dei cambiamenti nella società. E' un'opera che va oltre la semplice cronaca di una famiglia, offrendo una visione penetrante della condizione umana. La maestria di Thomas Mann nel dipingere il declino di una famiglia riflette la sua profonda comprensione della natura umana e la rende una lettura imprescindibile per chi desidera esplorare le complessità della vita e della società....more
Un libro che ho tentato di leggere per anni, che puntualmente riponevo in libreria dopo qualche pagina, e che lasciavo lì ad attendere un altro tentatUn libro che ho tentato di leggere per anni, che puntualmente riponevo in libreria dopo qualche pagina, e che lasciavo lì ad attendere un altro tentativo. Mi sono sempre chiesto il perché non riuscissi a leggerlo dato che è un libro breve e molto scorrevole, tuttavia ora che l’ho finalmente terminato, ne ho capito la ragione: Non ero pronto. Fino a questo momento della mia vita non sono stato pronto ad accogliere questo bellissimo romanzo, così profondo, così intenso, così unico. Siddhartha è il nome di un giovane indiano che intraprende un vero e proprio viaggio alla scoperta di se stesso, ansioso di trovare la via verso la felicità e l'autenticità. Costantemente messo dinnanzi a dubbi e domande sul proprio essere, Siddhartha si lascia trasportare dagli eventi in una serie continua di alti e bassi, salvo poi ritrovare il proprio cammino dopo essersi temporaneamente smarrito.
Bellissimo, e a tratti commovente, il rapporto tra Siddhartha e l’amico Govinda, ma l’apice di questo libro è sicuramente l’incontro con Vasudeva, un semplice ed onesto barcaiolo che oltre ad offrigli ospitalità, gli insegna ad ascoltare il fiume, ad interrogarlo sul mondo, sulle sue questioni e sugli uomini. La ricerca di Siddhartha è la stessa che compiamo anche noi lungo quella strada che è la nostra vita: questo viaggio incessante che ci porta a provare, conoscere, confrontarci con gli altri e con noi stessi, fino al raggiungimento di quella pace e quella armonia a cui arriviamo solo dopo aver fatto esperienza degli eccessi....more
Romanzo epistolare di fine ‘700 e opera simbolo dello Sturm und Drang, movimento che getterà le basi del romanticismo tedesco. È la storia di un giovaRomanzo epistolare di fine ‘700 e opera simbolo dello Sturm und Drang, movimento che getterà le basi del romanticismo tedesco. È la storia di un giovane uomo che viene improvvisamente travolto dall’amore folle per una ragazza, Lotte, che non può avere perché già promessa ad un altro uomo, Albert. Un amore irrealizzabile, tormentato e non corrisposto, che dall’iniziale ebbrezza data dai bellissimi e gioiosi primaverili sentimenti che Werther prova per Lotte, finisce per risucchiare il ragazzo all’interno di un vortice oscuro e tetro, facendolo sprofondare giorno dopo giorno sempre più in basso, avvolto da tristezza e disperazione, e soprattutto dalla rassegnazione di non poter più andare avanti in una vita che, senza la persona che tanto si desidera, non ha più alcun senso di essere vissuta.
Una lettura facile e scorrevole, che va però assolutamente evitata in momenti tristi della propria vita, soprattutto se si è molto emotivi....more
In un castello, situato al centro di un rigoglioso parco, abita un ricco barone, Edoardo, insieme alla moglie Carlotta. La coppia, non senza riluttanzIn un castello, situato al centro di un rigoglioso parco, abita un ricco barone, Edoardo, insieme alla moglie Carlotta. La coppia, non senza riluttanze da parte della donna, invita al castello prima un amico di gioventù di Edoardo, "il Capitano", e poi la nipote Ottilia. Tra i quattro personaggi, in magica alchimia, si scatena l’affinità elettiva, un’attrazione magnetica che guida Edoardo verso Ottilia e Carlotta verso il Capitano. Il destino inevitabile irrompe sulla scena, turbando irrimediabilmente l’esistenza serena della coppia, e scatenando passioni contro le quali né la ragione né la virtù sono in grado di lottare.
Questo quarto romanzo di Goethe ci racconta dell’affinità chimica, una proprietà degli elementi chimici che descrive la tendenza di alcuni di essi a legarsi con alcune sostanze a scapito di altre. È ciò che accade ai personaggi di questo romanzo, in cui trasudano tutte le principali caratteristiche del tardo romanticismo, di quegli amori fatti di emozioni incontrollabili e distruttive, che travolgono la vita mettendola sottosopra. Decisamente settecentesco nella struttura, il romanzo svela tuttavia il fondo tragico dell'utopia romantica, esaltando la dignità della rinuncia e la nobiltà del sacrificio. Non l’ho amato tanto quanto ”I dolori del giovane Werther”, che ho trovato più toccante e di cui ho adorato la tipologia (il romanzo epistolare), ma “Le Affinità Elettive” è comunque un leggero e piacevole racconto che non può mancare nella libreria di casa....more
Il mese di gennaio si conclude con una lettura davvero intensa, di quelle che lasciano un segno molto profondo. Questo romanzo, scritto da un veteranoIl mese di gennaio si conclude con una lettura davvero intensa, di quelle che lasciano un segno molto profondo. Questo romanzo, scritto da un veterano della Prima Guerra Mondiale, è un capolavoro devastante, duro, crudo e triste. Un’opera potente ed emozionante che narra il trauma psicologico e mentale subìto dai soldati tedeschi durante il conflitto, e il distacco dalla vita civile provato da molti di questi uomini, una volta tornati, angosciati e tormentati spiritualmente, a casa dal fronte. Una guerra che si era risolta con la pesante sconfitta della Germania.
Nella mia storia di lettore mi sono ritrovato quasi sempre davanti ad opere basate principalmente sulla seconda delle due grandi guerre, nella maggior parte dei casi raccontata dalla parte degli “oppressi” o comunque dei “buoni” (entrambi termini vaghi, che personalmente detesto). Riguardo alla Prima Guerra Mondiale, e del punto di vista dei “tedeschi brutti e cattivi”, non avevo mai approcciato nulla, fino ad ora, eccetto manuali di storia.
Remarque ci racconta la terribile vita delle trincee al fronte, facendoci camminare accanto a degli sventurati soldati tedeschi, che non sono mostri ma soltanto uomini, che si trovano a combattere e morire in massa per una guerra che in fondo non è la loro; per degli ideali e delle offese che persone in poltrona hanno giudicato imperdonabili e da lavare nel sangue, che tuttavia non sarà il loro ma quello di una generazione che ha come unica colpa quella d'esser nata nel momento sbagliato della Storia. Una generazione che sarà artefice del suo stesso annichilimento: uomini si trovano a stroncarne altri senza nemmeno sapere chi siano e costringono sé stessi a vederli come dei semplici fantocci da abbattere, cosa che può risultare semplice dalla distanza necessaria allo sparo d’un proiettile o al lancio d’una granata, ma che diventa insostenibile quando lo strumento di morte diventa un coltello e la morte che abbiamo generato si mostra davanti ai nostri occhi, coi suoi gorgoglii e con la vita che si aggrappa disperatamente a quel corpo in convulsione. E allora ci si rende conto che quei fantocci non sono tali, che come te hanno una casa e una famiglia che hanno dovuto lasciare e alla quale vorrebbero tornare. Non siete poi così diversi; diversi sono solo gli uomini che hanno scelto di mandarvi a morire.
Remarque ci sbatte in faccia la realtà vera. Ci mostra quello di cui siamo stati già capaci. Ed è qualcosa a cui dovremmo pensare più spesso; qualcosa di cui dovremmo sempre ricordarci.
Questo libro deve essere assolutamente letto, e dovrebbe essere presente in tutti i programmi scoltastici di qualunque paese al mondo. Non esiste stomaco debole che possa giustificarci dal non leggerlo. Questo romanzo storico rappresentato il vero e proprio dramma dell'umanità, in cosi tante sfaccettature che ne resterete davvero scolvolti....more
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