Da sessant'anni, il Blooper, la Grande Balena Anomala dell'Atlantico Meridionale, gioca a rimpiattino con sottomarini, flotte di pescherecci, vascelli da ricerca, satelliti e sistemi di monitoraggio. Nessuno l'ha mai visto. Pochi l'hanno sentito.
Ray Gordon è un vecchio astronauta morto. Ed è la persona più adatta per affrontare il Blooper nel suo elemento, e scoprirne i segreti.
Ma là sotto la superficie dell'Atlantico, lontano dalla luce del sole, la partita rischia di di diventare molto pericolosa. E forse il Blooper non è il mostro più spietato che Ray dovrà affrontare.
Un ottimo racconto di fantascienza hard. Un futuro non troppo distante, in un'ambientazione che dai tempi più remoti della narrazione è il luogo dell'ignoto e di creature aliene. Un protagonista singolare e insieme moltiplicabile, che risveglia reminiscenze delanyiane. Mistero scientifico, scorci sulla geopolitica e l'economia del tardo ventunesimo secolo. Gli ingredienti contenuti sono veramente molti, ma validamente cucinati e presentati.
Bello questo racconto di SF di Davide Mana, che ho recuperato, approfondendo la sua bibliografia. Interessante l'idea alla base del personaggio principale e buono anche il parallelo/omaggio a quel meraviglioso capolavoro che è Moby Dick. Il testo mi ha permesso di cogliere un'ulteriore sfaccettatura dell'autore. Peccato la brevità del testo.
Anche questa volta il buon Davide mi ha tenuto incollato alla lettura. La cultura scientifica rende il racconto godibile perché risulta credibile e scorrevole.
le profondità oceaniche come una frontiera là in basso tutta da esplorare. la suggestione di un mondo prossimo venturo in cui le acque si sono alzate, gli esseri umani iniziano a riuscire ad andare oltre alla loro condizione fisica, e a quanto pare non hanno perso la loro curiosità. il rischio sempre concreto che la curiosità uccida il gatto, ma la consapevolezza che ne vale sempre la pena. e una storia da dare al bloop, un suono che viene dagli abissi, perché se c'è un suono da qualche parte dovrà pur venire. un racconto che in appena una quarantina di pagine apre la strada a un mondo di fantascienza hard, sospeso tra esplorazione, transumanesimo e brivido ai limiti dell'orrore. e getta uno sguardo in definitiva positivo su un futuro che si sente sempre più il bisogno di riuscire a immaginare, senza crogiolarsi in visioni salvifiche ma senza neanche arrendersi all'ineluttabilità vogoniana della stupidità della specie. tra l'altro, il primo caso in italiano, di un autore italiano, in cui incappo in una fantascienza ben confezionata, dal taglio pulito e con delle potenzialità di sviluppo di un mondo che sì, in definitiva potrebbe piacermi non poco.