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Rockin’1000, l’evento che ha creato la “più grande rock band del mondo” è diventato un film

“We Are The Thousand – L’incredibile storia di Rockin’1000”, è il film diretto da Anita Rivaroli, in presentazione oggi alla Festa del Cinema di Roma e nei cinema dal 25 al 28 ottobre.
Rockin’1000, l’evento che ha creato la “più grande rock band del mondo” è diventato un film

Questa è la storia di un sogno diventato realtà. Detto così sembra complicato, eppure è successo. La storia di questo piccolo miracolo rock ormai diventato impresa di successo è raccontata nel film “We Are The Thousand – L’incredibile storia di Rockin’1000”, diretto da Anita Rivaroli, in presentazione alla Festa del Cinema di Roma e nei cinema dal 25 al 28 ottobre.

Rivaroli, in quanto regista e amica di Fabio Zaffagnini, l’ideatore del progetto, ha deciso di riprendere l’avventura per formare la più grande Rock Band al mondo che avrebbe suonato all’unisono “ Learn to Fly”, per poi recapitare il video ai Foo Fighters. La cosa incredibile è che poi ce l’hanno fatta, guadagnandosi anche la visita-concerto di Dave Grohl con band al seguito.

 

Una rivoluzione rock che parte dal web

Inizia tutto con Zaffagnini, geologo amante della musica, che al di fuori del suo lavoro s’inventava sempre qualche nuovo progetto. In questo caso voleva fare un tributo per chiedere ai Foo Fighters, sua band preferita, di suonare a Cesena. Così Fabio mette insieme un team di amici che avevano abilità nel campo della comunicazione, ed il resto è storia. Rivaroli ha deciso di seguire la nascita dell’impresa: il film infatti racconta il primo anno del Rockin’1000, il 2015, quello in cui il team ha fatto il miracolo: “Siamo partiti senza soldi e con un il solo obiettivo del videoclip per i Foo Fighters. Ci ridevamo sopra quando ce ne occupavamo nei weekend, mentre in settimana lavoravamo. Ho iniziato a riprenderci in questo trambusto organizzativo, con una macchina fotografica che mi avevano prestato in grado di girare anche video”.

L’arte di orchestrare mille persone

Houston, abbiamo un problema: dopo aver selezionato “i mille” con una campagna virale sul web, e dopo che tutti si erano esercitati coi tutorial dei vari “guru” (uno per ogni strumento), suonare insieme all’aperto non è sembrato un gioco da ragazzi. C’erano problemi di sync e di accordi, ma cos’è la vita se non qualcosa da affrontare insieme? Così l’ha interpretata infatti Claudio Cavallaro, guitar guru del progetto, che ha definito i mille come “più pozzanghere che possono fare un mare”, affermando “Mi piace l’esperimento socio musicale di Rockin’1000, perché devi annullare l’ego [per suonare all’unisono con gli altri]: è un’operazione davvero molto zen, che a un musicista può portare solo dei vantaggi”. Infatti, ad ogni prova i mille giurano solennemente a Marco Sabio, mitico direttore d’orchestra romagnolo che ha partecipato anche a Sanremo, che non si lanceranno in assoli egocentrici da vere rockstar della cameretta.

La musica, quella che unisce davvero

La prima prova all’aperto è un disastro, ma poi vince la musica. Padri che accompagnano i figli che hanno passato la selezione, persone che hanno sconfitto malattie e traumi e si sono comprate per l’occasione la prima chitarra elettrica, ed altre che sono andate al Rockin’1000 per ritrovarsi nella musica, oltre il lavoro e le giornate grigie di tutti i giorni. Il suono esplode nel campo sportivo in un’esaltazione corale, un tripudio di batterie, chitarre, risate, e la prima parola che ti viene in mente è “condivisione”. Ad incontrarsi c’è tutta un’umanità che condivide la passione per la musica. Chi punk, chi blues, chi con la cresta e chi con la bandana: gente di tutte le età e con varie identità musicali che imbracciano gli strumenti in maniera diversa a seconda del loro stile. Dopo la prima débacle, il coro decolla: nel Parco Ippodromo di Cesena è appena nata la più grande rock band al mondo.

 

Un successo planetario dalle camerette agli stadi

“Sono un’introversa eppure mi sono sentita davvero coinvolta”, continua Rivaroli, “Il Rockin’1000 porta un entusiasmo a catena che ha contagiato tutti. Per fare il film non potevamo permetterci per degli operatori. Abbiamo formato una troupe con 12 punti camera e drone: chi ha aderito l’ha fatto per amicizia, per la causa e perché li divertiva”. Ed ora, in tempi di Coronavirus? Il Rockin’1000 continua, soprattutto nella dimensione cameretta in attesa di riprendersi gli stadi, con una community ormai mondiale. Anita Rivaroli racconta del potere curativo della musica che ha visto realizzarsi negli intervistati, che l’hanno usata per lenire le proprie ferite, evolversi e guardare avanti.

In questo piccolo grande evento ripreso anche dalla CNN e a cui in Italia hanno partecipato musicisti come Manuel Agnelli e Saturnino, i mille hanno vissuto una rivalsa personale attraverso un’esperienza collettiva che trova il suo apice nel suonare per il gusto di suonare, di stare insieme e di creare qualcosa di finalmente “loud”, senza dover chiedere scusa a nessuno per il troppo volume.

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Video: Rockin'1000, il trailer

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