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Nickolas Butler Quotes

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Nickolas Butler
“E lì, nel mezzo del mio salotto, c’era un coyote a quattro zampe con il pelo giallastro; la porta d’ingresso era ancora spalancata. Rimasi pietrificato. Il coyote alzò la testa, mi studiò per qualche secondo e sollevò una zampa tinta di bianco per grattare l’aria tra noi. Non saprei dire quanto siamo rimasti in quella posizione ad annusarci, ma alla fine ho avuto il buon senso di dire con voce tagliente: «Vattene, via, sciò.» Temevo che la mia voce non avrebbe funzionato. E il coyote lo fece, voltandosi lentamente come un cane che aveva ricevuto una ramanzina; tornò verso la porta principale in quella che era diventata un’andatura spavalda, prima di lanciarsi in una corsa vera e propria sulle strisce di prato che separavano la casa dal vialetto e di infiltrarsi nell’erba alta dove vidi il suo pelo bianco-giallo spuntare di tanto in tanto in mezzo ai fiori selvatici. Poi chiusi la porta col lucchetto, una cosa che faccio raramente, eppure la feci. Mi sedetti, e rimasi immobile a lungo. Mi fissai le mani. Mi sentivo vivo, sentivo ogni fibra del corpo che vibrava, ogni atomo energizzato, il sangue che scorreva spavaldo. Vivo qui, ho scelto di vivere qui, perché qui la vita mi sembra reale. Autentica, genuina... non lo so, fattibile. Magari si sentono tutti così, magari no.”
Nickolas Butler, Shotgun Lovesongs