Il rosmarino non capisce l'inverno Quotes

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Il rosmarino non capisce l'inverno Il rosmarino non capisce l'inverno by Matteo Bussola
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Il rosmarino non capisce l'inverno Quotes Showing 1-16 of 16
“A portarmi qui, a trattenermi negli anni, è stata quella bambina che credeva di poter essere amata solo facendo la brava, quella che esisteva esclusivamente attraverso l'approvazione degli altri, tormentata dalla folle e inconfessata paura che, se avesse smesso di compiacerli, il loro amore sarebbe scomparso.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“A cosa pensa una donna quando non viene ritenuta all'altezza, quando le dicono che è troppo o troppo poco, quando viene ferita, tradita, umiliata, derisa, quando si ammala e il mondo la ignora e nessuno la sente? Quando è triste o felice o arrabbiata o risoluta o crudele?Quando fin da piccola viene educata alla colpa, alla vergogna, a essere soppesata da occhi estranei, quasi che il suo corpo e la sua vita non fossero mai davvero suoi, ma sempre anche di qualcun altro? Quando si deve giustificare per la voglia di fare sesso o per quella di non volerlo fare?Quando deve soddisfare aspettative, aderire a immaginari, quando è troppo magra o troppo grassa o troppo giovane o troppo vecchia o troppo ignorata o troppo guardata e però mai, mai davvero vista? Quando si accorge che la maggior parte degli incontri è come il tramonto in autunno, dove una volta sparito il sole tutto si raffredda velocemente? Quando non crede alla vita dopo la morte ma vede invece la morte dentro ogni vita, come se tutto fosse sempre sul punto di cadere, nell'apparente fissità dei giorni? A cosa pensa una donna quando, assordata dalle voci di tutti, capisce all'improvviso di avere soffocato la propria? Di non essersi mai davvero prestata ascolto?”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Ma non puoi nemmeno rovinarti la vita per una promessa. Neanche se quella promessa l'hai fatta a te stessa".
Credi di avere tutto sotto controllo.
Pensi di essere nel posto giusto, nel pieno del tuo potenziale, a fare quel che vuoi. E poi basta una cosa così, bastano una domanda e due parole dette da un'estranea. E di colpo, nel riflesso impietoso di uno specchietto su un comodino, ti sembra di scorgere un viso che non riconosci più.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“A volte ci sono cose che facciamo perché dobbiamo. Altre che invece facciamo perché vogliamo. Quasi fossimo abitate da due anime diverse.
...
Spesso siamo i nostri peggiori nemici. Perché preferiamo fare quello che ci riesce, o ciò che le persone che ci amano si aspettano da noi, piuttosto che fare quello che ci piace davvero.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Mi occupo di ciò che c'è da fare, di quello che è alla portata delle mie capacità di bambina. Concedo respiro allo zio e alla mamma, mi sento buona e amata. Una brava bambina diligente.
Quando la zia muore, io ho dodici anni e mi sento di colpo sola.
"Questo lavoro, si vede che ti fa star male, allora perchè lo fai?"
"Faccio questo lavoro perchè l'ho scelto, signora, perchè ho fatto una promessa. E non sono abituata a scappare solo perchè le cose sono troppo difficili."
"Ma non puoi nemmeno rovinarti la vita per una promessa. Neanche se quella promessa l'hai fatta a te stessa".
Credi di avere tutto sotto controllo. Pensi di essere nel posto giusto, nel pieno del tuo potenziale, a fare quel che vuoi. E poi basta una cosa così, bastano una domanda e due parole dette da un'estranea. E di colpo, nel riflesso dello specchio, ti sembra di scorgere un viso che non riconosci più. (...)
Però, se siamo qui, significa che siamo state tutte toccate, in un modo o in un altro, dalla sua maniera accogliente di stare al mondo.
"Speravo di non trovarti ancora qui. A volte ci sono cose che facciamo perchè dobbiamo. Altre che invece facciamo perchè vogliamo. Il fatto è che siamo spesso i nostri peggiori nemici, perchè preferiamo fare quello che ci riesce, o ciò che le persone che amiamo si aspettano da noi, piuttosto che fare quello che ci piace davvero. Preferiamo sentirci adatti a un ruolo già scritto, andare sul sicuro. E alla mia età posso dirtelo serena: è un gran peccato".
"Perchè si preoccupa tanto? Perchè si interessa del mio lavoro?"
"Perchè l'interessamento dev'essere a senso unico? Solo tu puoi prenderti cura di me?"
"Beh, l'infermiera sono io".
"E questo stabilisce parti impermeabili? Sei tu quella che cura, allora credi di non poter star male? Di non aver mai bisogno di aiuto?"
"E da cosa avrei bisogno di essere salvata, io?"
"Forse da te stessa. Forse la rabbia non è l'unica gabbia dentro la quale si può rimanere prigionieri. Il senso di responsabilità, il timore di deludere o ferire chi ci ama, possono essere anche peggio. Io ho fatto esperienza di entrambi, per questo so riconoscerli negli occhi delle persone".
Basta questa frase, e sento la mia intera vita traballare. Pensi che a te non succederà mai. Credi di sapere chi sei, l'hai sempre saputo, hai cominciato presto a nutrire i tuoi obiettivi e ti sei costruita con cura, un pezzettino per volta. Sei convinta che questo ti terrà al riparo da tutto. E invece, in un pomeriggio di metà agosto, capisci che non stai combattendo i mostri ma che il tuo mostro ha divorato te. Rifletto sulle sue parole e mi rendo conto che a portarmi qui, a trattenermi negli anni, è stata quella bambina che credeva di poter essere amata solo facendo la brava, quella che esisteva esclusivamente attraverso l'approvazione degli altri, tormentata dall folle e inconfessata paura che, se avesse smesso di compiacerli, il loro amore sarebbe scomparso. Quella che non si era mai concessa la possibilità di fare una cosa sbagliata, di correre un rischio, di accettare di sentirsi sola o spaesata. Quella che adesso, d'un tratto, in una camer d'ospedale, davanti a una donna vicina alla fine, si accorge di aver scalato una montagna che non era la sua. Un paio di occhi buoni, quella mattina, mi cambiano la vita in un attimo.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Mi chiamo Aurora, ho trentanove anni e non voglio avere figli. Non ho alibi o traumi alle spalle per giustificare la mia decisione, è così e basta.
Quando lo dico mi guardano come se fossi quella strana, anticonformista per copione, egoista per convenienza. Nel migliore dei casi, sono una che reprime il suo istinto materno perchè ha avuto un rapporto conflittuale con la sua, di madre. La verità è che ho avuto due genitori amorevoli e presenti, che mi sono stati accanto nei momenti di gioia e in quelli bui.
(...) come se fossi una povera scema immatura, che aspira una vita a metà. Non madre, dunque incompleta. Non puoi completarti come preferisci, o, magari, desiderare di rimanere come sei. No, l'incompletezza è un diritto maschile. A volte ho l'impressione che la mia scelta susciti una forma di gelosia, come se qualcuno fosse riuscito ad avvisarmi in tempo del pericolo. Childfree, ci chiamano, free come se fossimo del tutto libere, e invece siamo costantemente prigionieredei pregiudizi, delle aspettative sociali, delle speranze mal riposte.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Scrivo questa lettera per dire alla donna che ti ha strappato da me, da noi, che non ce l'ho più con lei. Perchè penso che sia già stata puntia abbastanza. E perchè, sì, l'ho odiata, insultata, immaginato di farle male, ma poi ho capito che la sua unica colpa è stata quella di credere all'amore, proprio come ho fatto io. Due donne che adesso potranno decidere di ignorare ogni cosa, oppure no. Che potranno proseguire con le loro vite, fingere per sempre, provare a smettere di chiedersi perchè. Oppure tentare di cavare il bene dal male. Abbiamo due figli con lo stesso padre. Potremo scegliere cosa fare di questo. Se restare chiuse nel rancore, in un dolore solo nostro, o provare a condividerlo e scoprire che, magari, i due dolori si somigliano.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Se non sopravvivi a una malattia non significa che non sei stato abbastanza guerriero. Chi ce la fa, a volte, ha avuto solo più fortuna. E bisognerebbe lasciare il sacrosanto diritto, a un malato, di sentirsi fragile, debole, sconfitto o incazzato. Bisognerebbe evitare di caricargli, oltre al peso della malattia, quello del dover guarire per non deludere le persone a lui care.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Pensò che era tutto ridicolo e sbagliato e inopportuno. Che aveva scelto Tommaso solo come alibi e adesso invece lui era sduto di fronte a lei. Gli sembrò che lui ci tenesse davvero, che il suo essere allupato e sopra le righe magari era la sua, di copertura, per evitare di sentirsi fragile, per darsi una scusa quando veniva respinto.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“A Isabella piaceva tantissimo fare l'amore, era qualcosa che mai avrebbe potuto negarsi.
Il video le venne benissimo, le piaceva ogni cosa.
In fondo, che faceva di male? Era giovane, bella, consenziente, si divertiva e faceva divertire il ragazzo che era con lei, perchè non avrebbe dovuto condividere la bellezza di quei corpi e di quella gioia?
Dopo qualche tempo, cominciarono a guardarla in modo diverso, ci furono risatine, qualche battuta. Sul muro della palazzina in cui abitava comparve la parola troia. Non c'era una persona che la trattasse come prima, non un vicino di casa, non un collega, al telefono sua madre continuava a piangere. "Ma perchè? Una ragazza che ha studiato tanto, perchè?"
Isabella era rimasta sola, a tutti gli effetti vittima di una sorta di revenge porn al contrario, una vendetta da parte di chi usava contro di lei la sua sessualità libera. Di che si vendicavano? Del fatto che fosse contenta, forse. Perchè il sesso le piaceva, perchè era la cosa più bella e naturale del mondo. La punivano per la sua gioia. Perchè non subiva il piacere altrui ma era protagonista del proprio.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Le dico che non so se siano discorsi che convincono la gente a scendere dai cornicioni, ma che io alla sua età mi sentivo una merda in un corpo sbagliato e oggi invece mi sento un merda nel corpo giusto, a me pare già un miglioramento.
Io mi sento una merda sbagliata in un corpo sbagliato, dice. Le dico che io adesso sono un'altra, ma il ragazzo che mi schifava prima di schifa anche ora. Allora non c'è speranza, dice lei. Forse no, dico. O forse sì. Ma nessuna di noi due lo scoprirà su un cornicione.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“A cosa pensa una donna quando, assordata dalle voci di tutti, capisce all'improvviso di avere soffocato la propria? Di non essersi mai davvero prestata ascolto? Cos'hai pensato, tu, la mattina o il pomeriggio o la notte in cui, per la prima volta, lo hai capito?”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Spesso siamo i nostri peggiori nemici. Perché preferiamo fare quello che ci riesce, o ciò che le persone che ci amano si aspettano da noi, piuttosto che fare quello che ci piace davvero.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Forse alla fine è tutto qui, per me: non accetto di mettere al mondo una vita che se ne andrà. Che dovrei difendere, tutelare, accudire per notti, mesi, anni. Che potrebbe essere vittima di violenze, abusata o stuprata o peggio. Su cui una parte di me dovrebbe vegliare per sempre. Non voglio starmene a guardare mentre il mio bambino, o la mia bambina, attraversa le sue inevitabili fragilità, mentre cade, fallisce o perde. Mentre non riceve amore dagli altri. Protesterei con rabbia contro il mondo indifferente al dolore della mia carne. Impazzirei.”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“I sogni, per quanto semplici, hanno bisogno di essere accuditi, fatti fiorire”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno
“Pausa? Lui ha detto pausa, ne è sicura, ma che vuol dire? si può fare una pausa dall'amore per una persona?”
Matteo Bussola, Il rosmarino non capisce l'inverno